Un modista a Roma

Patrizia Fabri, anima della bottega artigiana Antica Manifattura Cappelli

Perché ha deciso di dedicarsi proprio al mondo dei cappelli?

Pur avendo iniziato occupandomi di scarpe e borse, il mio primo marchio rappresentava un piccolo buffo cappello. Penso che il cappello sia il mezzo di comunicazione visiva più potente che esista nell’abbigliamento e la sua natura, molto vicina al concetto di scultura e quindi di tridimensionalità, mi affascina infinitamente.

Un ricordo speciale legato a Loris Cirri, la cui famiglia fondò la bottega nel 1936.

Quando andai la prima volta da lui acquistai un cappello, che poi decorai, proponendolo a una boutique. La proprietaria lo apprezzò molto e me ne ordinò 25. Fu il mio primo ordine. Quando tornai dal signor Loris e chiesi 25 cappelli lui mi guardò e con il suo accento toscano disse “oh, la ragazza fa sul serio!”. Credo abbia intuito che non mi sarei più fermata.

Quasi 2.000 forme in legno da allora ad oggi. Com’è cambiata la ‘testa’ in questi decenni?

È cambiata moltissimo, tanto che purtroppo si sposa poco con il cappello. Il cappello è un accento che poniamo sulla nostra personalità, atteggiamento in controtendenza con la cultura attuale.

Volti noti che sfoggiano i suoi cappelli?

Jude Law, Susan Sarandon, Donald Sutherland, Giuliano Sangiorgi e la sua band, i Negramaro, Alessandro Mannarino e Enrico Montesano.

La sua personale icona di eleganza a cui vorrebbe dedicarne uno?

Mi sarebbe piaciuto molto crearne uno per Karen Blixen.

Le regole d’oro per scegliere il cappello perfetto.

Semplicemente quello che non ti accorgi di portare perché è il tuo proseguimento.

I trend dell’estate 2019?

Falde giganti, paglia naturale e tocchi di rosso e fucsia.