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text Virginia Mammoli

Diego Percossi Papi
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10 Ottobre 2019

Sculture di colore

Il maestro orafo Diego Percossi Papi e le sue vibranti creazioni

Diego Percossi Papi

Come è nata la sua passione per l’oreficeria?

Dai miei studi classici e di architettura, passando per il mio amore per l’arte e la storia. Nell’architettura coordinare i volumi, le forme, i colori è fondamentale, esattamente come nella scultura e nella gioielleria.

Tra le appassionate delle sue creazioni, anche molte donne dell’arte e dello spettacolo. L’incontro che più l’ha emozionata?

A dire la verità mi emoziono soprattutto per l’attenzione di un bambino a un disegno che sto facendo davanti ai suoi occhi. Però ho molto apprezzato un gesto di Sophia Loren, che ha voluto togliere da un abito che indossava in scena un prezioso pizzo, che non faceva risaltare il mio collier de chien. Come anche Ornella Vanoni, che ha indossato un mio orecchino serpenti nella copertina di un suo disco.

Le sue creazioni scintillano anche in pellicole importanti. Qualche esempio?

Rossini Rossini di Mario Monicelli, Il Mestiere delle Armi di Ermanno Olmi, Luisa Sanfelice e La Masseria delle Allodole di Paolo e Vittorio Taviani, Elizabeth: The Golden Age, che per i costumi ha vinto un Oscar, e ora è in post produzione a Londra Emma basato sul romanzo di Jane Austen. 

Come s’inserisce Roma nel suo processo creativo?

Come Genius Loci ovviamente. Anche se non disegno gioielli iconografici, nelle mie creazioni c’è il respiro della Roma Barocca di Alessandro VII, del Bernini, del Borromini e anche della cosmopolita Roma imperiale Caput Mundi. Proprio questo autunno uscirà una nuova collezione chiamata appunto Roma.

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