L’artista Paolo Canevari racconta la sua Roma
Quando l'arte diventa un'importante opportunità di riflessione
Il tuo lavoro e le tue riflessioni in questo momento storico così strano?
È stata un’importante opportunità di riflessione e di impegno sul mio lavoro e sul significato dell’esistere per ripensare il mondo da una clausura fisica che lascia aperti grandi spazi mentali.
Una rigenerazione attraverso le immagini e la coscienza di un grande cambiamento globale in atto.
Quali sono i cambiamenti che vedi dopo questa emergenza?
Ancora non sono certo che le cose cambieranno nel profondo. Mi auguro che cambi il modo di pensare della gente. E che questo aiuti a riflettere sui sistemi di pensiero e di interessi che hanno portato una società moderna ad essere impreparata a confrontarsi con un così drammatico periodo.
Un itinerario da non perdere in città.
Percorrere all’ora del tramonto la mia strada, via Giulia. Guardando volare le rondini nell’azzurro del cielo di giugno a Roma, per arrivare a Ponte Sisto e guardare il sole scomparire dietro San Pietro.
La tua Roma ora?
Una città forte che ha visto e vissuto la Storia con la S maiuscola, che sta dando prova del suo eccezionale carattere anche in questo momento così difficile.
Un’immagine che ha rappresentato meglio i mesi che abbiamo vissuto.
Papa Francesco celebrare la messa da solo in piazza San Pietro di fronte al vuoto.
Le parole che rappresentano questo 2020?
Unità, umanità e resistenza.