Oltre l’immagine
Incontro con Paolo Canevari: la sua arte, la sua città
Perché io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi, tra i vecchi, fedeli nitriti, tra i santi belati(…)
Pier Paolo Pasolini, Quasi un testamento, in Pasolini: Saggi sulla politica e sulla società.
Lo scambio di mail con Paolo prima di lavorare al pezzo aveva questa citazione in calce: ci ha spiegato che queste parole di Pasolini se le sentiva addosso. Abbiamo deciso di iniziare la nostra introduzione alla sua Roma per immagini proprio con un frammento delle parole di Pasolini.
Famoso a livello internazionale, Canevari utilizza diversi materiali e media: animazione, disegno, video, scultura e installazioni. Il suo lavoro ha una evoluzione tra il 2009 e il 2010, come ci racconta “Il sistema globalizzato aveva compreso il linguaggio dell’arte assorbendolo. Il potere dell’immagine era stato così ridimensionato: non era più un’eccezione nel panorama del linguaggio contemporaneo, ma semplicemente la norma. Iniziai dunque a ripensare il ruolo dell’immagine attraverso lo strumento della memoria, riflettendo su ciò che non si poteva riprodurre perché non aveva immagine. (…) Significava non cercare più il contenuto nell’immagine ma nella sua assenza”.