L’unica cantina al settimo piano di Roma, nel ristorante Mirabelle dell’Hotel Splendide Royal

Alla scoperta dei segreti del roof garden più spettacolare di Roma

Il ristorante Mirabelle dell’Hotel Splendide Royal, conosciuto come uno dei roof garden più spettacolari di Roma, oltre alla magnifica vista sulla città e alla cucina eccellente opera dello chef Stefano Marzetti, custodisce un luogo speciale per gli appassionati di enologia. La Cave Privée, l’unica cantina al settimo piano di Roma, con oltre 750 etichette di vini provenienti da tutto il mondo, dagli Champagne più prestigiosi, ai grandi di Borgogna, dai Baroli e Barbareschi, fino agli storici Marsala. Un’elegante sala privata dall’atmosfera conviviale, dove tutto è stato pensato nei minimi dettagli per regalare momenti di estrema piacevolezza, ma anche per conservare al meglio queste preziose etichette, grazie a un impianto di climatizzazione appositamente studiato. Al centro un raffinato tavolo di cristallo, dalle linee moderne, intorno al quale si può accomodare un massimo di 12 commensali, che su prenotazione possono organizzare un incontro di lavoro, oppure godersi una cena esclusiva o un percorso di degustazione enogastronomico seguiti dal Sommelier Fabrizio Colaianni, che di questo luogo unico racconta: “Un ristorante del livello del Mirabelle pretende una cantina all’altezza, e non parlo solo della scelta o del numero delle bottiglie. Deve essere anche esteticamente bella, accogliente, coinvolgente.” Oltre all’ambiente, la ricerca è ovviamente rivolta alla selezione delle bottiglie. “Non deve mai mancare un’attenzione particolare a ciò che il cliente richiede. - prosegue - Sono molto contento quando un cliente abituale trova qualcosa di nuovo (magari proveniente dall’altra parte dell’emisfero) e quando un ospite internazionale si entusiasma per aver scoperto un vitigno autoctono nazionale. Ciò comporta la necessità di avere in carta sia prodotti “locali” (grandi aziende blasonate e piccole realtà) che internazionali. Amo averli entrambi. Il vino non compete con se stesso.” Un’esperienza esclusiva che aspetta solo di essere vissuta.