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tommaso paradiso copia

text Teresa Favi

21 Giugno 2019

Tommaso Paradiso parla di sé, della sua musica, della sua band, della sua Roma…

Giovane volto della musica italiana, a caccia dei suoi segreti nella sua amata terra

E’ il frontman dei Thegiornalisti il gruppo che, dopo un tour sensazionale nei palazzetti italiani e il successo dell’ultimo singolo Maradona y Pelé, torna nella sua Roma con un grande concerto al Circo Massimo, il 7 settembre. Tommaso Paradiso è l’artista italiano del momento. Nato a Roma il 25 giugno 1983, cresciuto nel quartiere Prati, comincia a sognare la musica da ragazzino con Neil Young e gli Oasis. Dopo la Maturità Classica e una Laurea in Filosofia, inizia la carriera musicale. Fonda i Thegiornalisti nel 2009, il successo arriva nel 2014 con il disco Fuoricampo, confermato da Completamente Sold Our uscito bel 2016. Oggi è considerato uno dei massimi scrittori di hit, è autore anche per altri grandi nomi della musica leggera italiana da Gianni Morandi a Noemi.

Tommaso Paradiso

Ricorda di cosa parlava il suo primo testo?

Mi ricordo che la prima canzone che scrissi parlava di un sogno che feci su Gesù Cristo, testo che peraltro avevo scritto in inglese. La canzone si intitolava “Let the dream cry”.

Il successo con i Thegiornalisti cosa le ha dato e cosa le ha tolto?

Non mi ha tolto nulla, ma mi ha dato un lavoro. Anche prima avevo un lavoro certo, ma non ero così felice. Ciò che è cambiato è che adesso posso lavorare attraverso la musica e trovo sia una cosa stupenda, posso mantenere me e la mia famiglia grazie alla mia più grande passione.

Love è il titolo del nuovo tour oltre che dell’ultimo disco. Una parola semplice, universale…

E’ difficile essere semplici e non risultare banali. Dico sempre che le grandi opere universali sono semplici e dirette, sicuramente anche interpretabili in modi diversi, ma in grado di colpire per la loro immediatezza e la loro semplicità. 

Concerto al Circo Massimo il 7 settembre

A settembre sarete a Roma in concerto. Che effetto le fa cantare nella sua città?

La nostra è una band amata da nord a sud, senza differenze. La considero una fortua. Siamo di Roma e orgogliosi di esserlo, ma veniamo apprezzati con lo stesso calore e la stessa enfasi in tutta l’Italia. Penso, infatti, che il live che faremo al Circo Massimo non sarà solamente un concerto per chi è di Roma; credo che i nostri fan verranno da tutte le parti d’Italia, specialmente coloro che sono già venuti a sentirci.

Tra i grandi songwriter nella storia della musica chi è stato il suo modello?

Ce ne sono tantissimi a cui mi ispiro e penso che la mia scrittura sia il compendio di tutto ciò che ho ascoltato da ragazzino, dagli Oliver Onions, agli Oasis, fino ai Beatles, Antonello Venditti, Vasco Rossi, Lucio Dalla. 

Il libro che ha avuto il maggior impatto sulla sua vita?

La Repubblica di Platone

Poeta preferito.

Non amo la poesia ma la prosa. La poesia non riesce a ferirmi.

The Giornalisti al Circo Massimo

Quali sono le figure leggendarie che hanno ispirato Maradona y Pelé e perché?

Maradona, Pelé, Sandokan e Robert De Niro. Mi piace ispirarmi ai simboli della mia vita, quelli che hanno anche fatto un po’ parte della vita di tutti.

Il suo sogno di felicità?

Corrisponde alla serenità, alla tranquillità

La cosa più preziosa che possiede?

La mia famiglia, i miei affetti, i miei amici, il cane... La mia vita.

The Giornalisti

La Roma di Tommaso Paradiso: un luogo del cuore, uno dell’anima e uno gioia di vivere.

Un luogo del cuore è il lungo Tevere, il tratto da Ponte Cavour all’Isola Tiberina, proprio sotto Castel Sant’Angelo. Quando vado a correre lì sotto sento di essere sereno, è una zona che mi trasmette tranquillità. Questi sono anche i luoghi dell’anima per me, sta tutto lì: lungo Tevere, sotto Castel Sant’Angelo, dove c’è la pista ciclabile a pelo d’acqua, che, con i suoi riflessi, ti permette di osservare la bellezza dei palazzi che vi si specchiano, le piante, la vegetazione. È tutto lì. Ci sono anche dei ristoranti che mi sono cari in quella zona, su tutti Settimio all’Arancio, in via dell’Arancio: è il luogo della mia leggerezza, dove sto bene, il ristorante in cui sono cresciuto e che frequento ancora adesso. Il luogo della gioia di vivere, invece, potrebbe essere proprio casa nuova. Ancora non ci sono entrato, manca poco, stanno ultimando i lavori. Spero che quello sarà il luogo della gioia di vivere.




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