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Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, si affaccia su piazza del Parlamento

text Umberto Cecchi
photo Valentina Stefanelli

10 Ottobre 2019

Roma effimera ed eterna

La Roma del potere politico in un esclusivo itinerario

Cicerone in piedi, il braccio teso a indicare Catilina seduto sul suo scranno, isolato da tutti i senatori, ascolta a testa bassa l’accusa di essere un traditore. Erano i tempi in cui le cose si dicevano come stavano: niente ‘inciuci’, ma tradimenti. Ho sostato più volte a lungo un una delle sale del Senato, a Palazzo Madama, antica sede romana dei Medici.

Palazzo Madama oggi sede del Senato, un tempo appartenuto alla famiglia Medici

E’ in questo rettangolo nel cuore della città, che si affacciano i più importanti luoghi ‘sacri’ del potere politico. Tutti ex palazzi della chiesa. Se dal Senato si va verso il Pantheon, attraverso una strada stretta che si spalanca improvvisa sull’antico tempio nel rione Pigna, dove gli antichi romani adoravano raccolte in un sol posto le divinità più antiche, si infila via del Seminario, si fiancheggia Palazzo San Macuto, dal nome di un santo spagnolo. Trasuda ancora oggi l’aura ultrapotente e terribile di un tempo: in San Macuto infatti, operò per secoli il Tribunale dell’Inquisizione. In questo palazzo c’era un potere che mutatis mutandisi resiste ancora oggi: infatti è sede delle commissioni parlamentari, perlopiù quelle di inchiesta, dove si convocano per le audizioni ministri, potenti imprenditori, militari per sapere quali reati abbiano commesso. Sono stato membro di un paio di queste commissioni, al di sopra delle quali non c’è nessuno, e nessuno può limitarne il potere, ad eccezione della Costituzione.

Nel 1870, il Palazzo del Quirinale divenne la residenza di Vittorio Emanuele II; dal 1946 è la casa del Presidente della Repubblica

E’ la Roma dello strapotere sia politico che civile e sociale. Poco più lontano, c’è Palazzo Montecitorio, che una volta si chiamava Monte Citatorio dove la Chiesa teneva gran arte dei suoi faldoni di documenti segreti e che diventò sede del Parlamento con la fine del Papa Re.  E’ uno dei palazzi romani più noti: davanti al suo portone scattano selfie turisti stranieri e italiani, e si aspettano i parlamentari di passo. Mentre per il Governo, o meglio per il presidente del consiglio merita aspettare davanti al portone del Palazzo Chigi, adiacente al Parlamento.  E che dire del Quirinale: palazzo estivo di papi, poi abitazione del Re e infine sede dei Presidenti della Repubblica.   

Palazzo Chigi, tra piazza Colonna e via del Corso, dal 1961 è sede del governo e residenza del primo ministroPiazza del Campidoglio, oggi sede degli uffici comunali della capitale, è uno dei sette colli su cui è stata fondata Roma

Quando lasciavo Montecitorio per una boccata d’aria, salivo al Campidoglio, ombelico della storia romana, colle del potere millenario, eterno direbbe D’Annunzio: qui chiacchieravo con Marco Aurelio a cavallo, memore del diem perdidi del suo predecessore Tito. Lassù faccia a faccia con l’antico palazzo Senatorio, fra il verde e il ponentino, sembrava d’essere a due passi dal cielo. Il più antico municipio del mondo.

Fortunato al Pantheon

Ma al di là dei palazzi, a Roma resta vivo un gioco particolare: sapere dove cenano i potenti. Per poterli incontrare ‘per caso’. è una sorta di Monopoli con tante caselle: nella prima c’è ancora da tanti anni, l’immarcescibile ristorante Fortunato al Pantheon, un ambiente polipartitico, certi tavoli sono assegnati da sempre. Come essere a casa. I camerieri consigliano e sconsigliano. Il Pantheon ti tiene d’occhio. Prima poi ci vanno tutti. Spadolini aveva il suo tavolo quasi all’ingresso, Verdini accanto alla finestra affacciata su via del Pantheon.  Altro super partes è Dal Bolognese in Piazza del Popolo: era il preferito di Cossiga, di Marra, di D’Alema e dei turisti in cerca di celebrità. Tinto Brass prende il caffè all’altra parte della piazza in via del Babbuino, ma pranza a Il Bolognese.  Il bel mondo si ritrova lì. Molti toscani fanno sosta Dal Toscano, arrosti e bolliti che attiravano spesso Fellini. Di Maio e un po’ di pentastellati vanno volentieri al Bellacarne. Ma anche al Retrobottega, come Di Maio e Di Battista mentre Renzi, pur se cambia spesso location ha una preferenza spiccata per Spirito nella bella piazza Di Pietra fra i resti d’un millenario tempo romano. A due passi dal Parlamento. 

Bellacarne

Salvini spesso si ferma fra il Pantheon e Fortunato, a La Rosetta, un ristorante di pesce che va per la maggiore, fra i preferiti di Verdini. La mia preferenza personale era e resta Camponeschi, in piazza Farnese, a due passi dall’abitazione di Cesare Previti e dall’ambasciata francese nel palazzo omonimo. Ma non va dimenticato in questo gioco politico culinario, qualche ristorantino nei dintorni di Campo dei Fiori dove si consumano grandi fritti romani, e che richiamano preferibilmente ambasciatori e burocrati. Un buon numero di parlamentari si spinge fino alla piazzetta dei Cenci da Piperno, zona ghetto.  Cucina ebraico-romana, con ottimi carciofi alla ‘giudia’.

Piperno

E’ polivalente: insomma, ci va quel mondo politico e culturale che ormai non si sa più da che parte stia, quelli che zompano da una parte all’altra a secondo del vento che tira, che si scindono e dicono che l’hanno fatto sacrificandosi per il paese e guardano in tralice il vicino di tavolo, reo di non aver mai cambiato casacca. E’ questa la vera eternità di Roma. Vi ricordate ancora Gingillino di Giuseppe Giusti’ che imparavamo a scuola? Roma ‘dove si cola e s’agita e ribolle- ogni fiumana del bene e del male’.  Roma, effimera.  Roma eterna. 




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