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esercito papa

text Joanne Bergamin photo Valentina Stefanelli

21 Giugno 2019

L'esercito privato del Papa

L’affascinante tradizione delle guardie svizzere e la cerimonia del giuramento

Nel gennaio 1506, le prime guardie svizzere entrarono nella Città del Vaticano per ricevere la benedizione di Papa Giulio II e iniziare la loro permanenza in carica come Guardia pontificia e “difensori della libertà della Chiesa”, una tradizione che perdura da oltre cinque secoli. Marciarono dalla Svizzera in Italia attraverso le Alpi per rispondere alla richiesta del Papa di proteggere lui e il Vaticano, fino alla morte, se necessario. Solo 20 anni più tardi, il 6 maggio 1527, subirono la loro più grande perdita quando il comandante e 146 delle 189 guardie morirono difendendo e salvando la vita a Papa Clemente VII durante il Sacco di Roma guidato dall’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V. Il loro sacrificio è commemorato ogni anno, il 6 maggio, quando le guardie svizzere reclute giurano solennemente di servire e proteggere il Papa e i suoi successori.   

La Cerimonia di giuramento è stato l'evento culminante di tre giorni di festeggiamenti ospitati dal Cantone Ticino

Quest’anno, in seguito a un periodo di intensa formazione in Svizzera e in Vaticano, 23 guardie svizzere reclute hanno seguito le orme dei loro compatrioti diventando ufficialmente membri dell’esercito privato del Papa.   

Nel tardo pomeriggio del 6 maggio 2019, precedute dalla banda ufficiale della Guardia Svizzera e dagli sbandieratori, le reclute hanno marciato nel cortile di San Damaso rivestite in armatura. Ma nemmeno l’armatura splendente poteva oscurare l’uniforme di gala rossa, oro e blu di foggia rinascimentale, il cui disegno è largamente ma inesattamente attribuita a Michelangelo. Con la mano sinistra che teneva la bandiera del corpo d’armata e la destra sollevata in alto con tre dita tese (a simboleggiare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo), le reclute, a voce alta e senza battere ciglio, hanno giurato fedeltà - in una delle quattro lingue ufficiali della Svizzera - davanti a Dio e a migliaia di spettatori, comprese le maggiori autorità della Città del Vaticano e della Svizzera. 

Le mogli degli ufficiali delle guardie svizzere erano in prima fila alla toccante cerimonia che coinvolgeva la maggior parte dei loro mariti, come sbandieratori o membri della banda o dell’organizzazione e della sicurezza per questa importante occasione. 

Joanne Bergamin e suo marito Dominic

La cerimonia di giuramento è stato il culmine di tre giorni di celebrazioni militari e religiose ospitate dal cantone svizzero del Ticino. Gli eventi tenuti nel Vaticano sono stati la messa nella basilica di San Pietro, i vespri nella chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici e una cerimonia commemorativa di deposizione di una

corona, durante la quale medaglie di servizio sono state date a guardie di lungo corso, nel punto esatto in cui le guardie morirono in battaglia nel 1527. Come da tradizione, un’udienza privata con Papa Francesco è stata concessa alle nuove reclute, alle loro famiglie e alle famiglie degli ufficiali della Guardia Svizzera.  

le prime guardie svizzere entrarono nella Città del Vaticano Nel gennaio 1506

In un’epoca in cui la Chiesa è chiamata a riformare e rinnovare, quest’istituzione ha recentemente festeggiato 513 anni dalla sua fondazione. Cosa esattamente spinge alti e giovani uomini svizzeri celibi ad arruolarsi nell’esercito più piccolo e antico al mondo che impone che siano cattolici? Due reclute, che hanno iniziato il loro servizio in Vaticano a gennaio e hanno prestato giuramento il 6 maggio, ci aiutano a capire. Secondo l’alabardiere Patrick Strassman da St. Gallen, venire a Roma per unirsi alla Guardia Svizzera significa molte cose: l’opportunità di studiare la cultura e lingua italiana, e come si vestono gli uomini italiani - ‘con più stile e più abiti’, aggiunge. Adora indossare l’uniforme di gala e prova molta soggezione quando è chiamato ad accompagnare i capi di Stato che incontrano il Papa. Il suo cuore batteva forte la prima volta che ha incontrato Papa Francesco e dice di provare le stesse “indescrivibili emozioni” tutte le volte che lo vede. La decisione di Patrick di unirsi alla Guardia Svizzera è stata grandemente influenzata da suo zio e padrino, il sergente Anton Kappler, che è una guardia in servizio da 18 anni.

Timothée Gaillard dal Vallese

Un altro giovane uomo che sta seguendo “non solo una tradizione svizzera, ma anche una tradizione di famiglia” è Timothée Gaillard da Valais, orgoglioso di seguire l’esempio di suo fratello maggiore Théophane e di suo padre Bruno, che ha prestato servizio 25 anni fa. Théophane è attualmente a Roma nel suo terzo anno di servizio e intende rimanere ancora nella Guardia. Il periodo minimo per una Guardia Svizzera è di 25 mesi. Théophane dice di essere cresciuto in una famiglia molto cattolica e patriottica, sua padre gli raccontava storie della Guardia Svizzera prima di dormire. “Quindi, voler venire qui e prestare servizio è stato più che naturale per noi fratelli”. Dopo due anni e mezzo, indossare l’uniforme è come indossare una ‘seconda pelle’. E, sottolinea, ‘per me, è come portare la storia della Guardia sulle spalle’. 




Places

In questo articolo abbiamo parlato di Basilica di San Pietro in Vaticano

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