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MAXXI FUORI TUTTO, Lisetta Carmi, Collezione Fotografia MAXXI

text Francesca Lombardi

27 Settembre 2023

Le mostre più belle dell'autunno a Roma

Da Rubens ai grandi nomi del contemporaneo

A Roma con l’autunno torna la grande arte. Iniziamo con una joint venture, una unione di forze per celebrare Rubens: Fondazione Palazzo Te, Palazzo Ducale di Mantova e Galleria Borghese a Roma si uniscono in un ambizioso progetto che rende omaggio al pittore nato alla fine del ‘500 che cosı̀ profondamente trasse ispirazione dalla cultura classica, lasciando un segno profondo e indelebile nelle corti italiane ed europee. Rubens! La nascita di una pittura europea è l’iniziativa che raccoglie i tre eventi espositivi, tra i quali quello di Roma, ultimo dei tre solo in ordine di tempo: dal 14 novembre al 18 febbraio, Galleria Borghese ospitaIl tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, una mostra indaga come le influenze del viaggio in Italia di Rubens, compiuto nel primo decennio del XVII secolo, prendano un nuovo decisivo vigore negli anni successivi al suo ritorno in patria, anche grazie ai soggiorni italiani di suoi allievi fiamminghi. Il progetto sottolinea il contributo straordinario dato dall’artista, alle soglie del Barocco, a una nuova concezione di antico, di naturale e di imitazione, mettendo a fuoco la novità dirompente del suo stile nel primo decennio a Roma e come lo studio dei modelli potesse essere inteso come ulteriore slancio verso un nuovo mondo di immagini.

Pieter Paul Rubens, Study of the Torso Belvedere, Galleria Borghese

La Galleria Borghese offre inoltre l’opportunità inedita di vedere i grandi gruppi berniniani, la statuaria antica, le altre sculture moderne, spesso opera di artisti stranieri, in relazione diretta con i quadri e i disegni di Rubens, cogliendo quell’energia con cui l’artista investì i capolavori dell’antichità. Un salto di 3 secoli per arrivare i primi del 1900: a 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923, Eschertorna a Roma con la più grande e completa mostra a lui mai dedicata, a Palazzo Bonaparte. Olandese inquieto, riservato e indubbiamente geniale, Escher è l’artista che, con le sue incisioni e litografie, ha avuto e continua ad avere la capacità unica di trasportarci in un mondo immaginifico e impossibile, dove si mescolano arte, matematica, scienza, fisica e design. Artista trasversale, scoperto in tempi relativamente recenti grazie alla sua capacità di rivolgersi a una platea molto vasta, nelle sue opere confluiscono una grande vastità di temi – arte ma anche matematica, scienza, e per questo nel panorama della storia dell’arte rappresenta un unicum.

M.C. Escher Hand with Reflecting Sphere (Self-Portrait in Spherical Mirror). From the exhibition: Escher, Palazzo Bonaparte

L’eccezionale mostra di Roma è una grande antologica di circa 300 opere che comprende l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre anche inedite. Dopo vari viaggi in Italia iniziati nel 1921 quando visitò la Toscana, l’Umbria e la Liguria, Escher giunse a Roma dove visse per ben dodici anni, dal 1923 al 1935, al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio. Il periodo romano ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo che lo vide prolifico nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella notturna, alla luce fioca di una lanterna. Le notti passate a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca, sono annoverate da Escher tra i ricordi più belli di quel periodo. In mostra a Palazzo Bonaparte, infatti, sarà presente anche la serie completa dei 12 notturni romani prodotta nel 1934. Uno straordinario cantiere di restauro aperto al pubblico: è Fuori Tutto, il nuovo allestimento della Collezione Maxxi, concepita e allestita come un deposito aperto delle opere della Collezione, con un focus sulle nuove acquisizioni degli ultimi cinque anni, la mostra si articola in differenti spazi del Museo: Galleria 1, Galleria 3, Videogallery, Archive Wall e la Sala Claudia Gianferrari. Entrando nella Galleria 1 al piano terra si viene accolti dalla scultura di luce di Marcello Maloberti Senza saperlo la notte immaginava il giorno, da La città sale, opera di Elisabetta Benassi e dal grande arazzo Ocean, Mother and Life di Abdoulaye Konaté.

MAXXI, FUORI TUTTO, Hassan Hajjaj (photo M3Studio)

Nello spazio successivo l’imponente installazione video di MASBEDO Protocol no. 90/6, opera iconica prodotta da In Between Art Film per Manifesta 12 a Palermo (2018). Proseguendo si ha sempre più l’impressione di addentrarsi in un luogo normalmente non accessibile al pubblico, grazie al particolare allestimento caratterizzato da alte rastrelliere in metallo, che richiamano quelle usate nei depositi del Museo. Nel percorso, opere iconiche che hanno contribuito al successo di alcune tra le mostre più̀ amate del Maxxi si alternano a nuove acquisizioni mai esposte prima e i lavori dei grandi maestri dell’arte contemporanea dialogano con quelli delle più giovani generazioni. Ad esempio, le installazioni Produttivo, 2018-2019 di Giorgio Andreotta Calò e On the corner where we stand, di Patrick Tuttofuoco, al fianco di opere di maestri indiscussi del nostro tempo e autentici capisaldi della Collezione Maxxi come Jannis Kounellis, Fabio Mauri e Michelangelo Pistoletto. Spingendo lo sguardo verso la parete finale della galleria si scorgono le luci di Where Angels Fear to Tread (2007), la stella a cinque punte realizzata con lampeggianti di auto della polizia da Kendell Geers.

MAXXI, FUORI TUTTO - Lisetta Carmi, I travestiti, Collezione Fotografia MAXXI

In Galleria 3 accanto all’arte interamente dedicata alle nuove acquisizioni della Collezione di Architettura. Per oltre tre mesi la Videogallery del MAXXI accompagna la mostra con una rassegna di opere video della Collezione. In occasione della mostra, la Sala Claudia Gian Ferrari ospita il primo appuntamento di In Restauro, una nuova serie di iniziative pensate per portare alla luce e rendere accessibile una tra le più affascinanti delle attività museali, normalmente non visibile al pubblico. Il primo appuntamento è il restauro della grande opera Sternenfall di Anselm Kiefer.

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