La nostra intervista a Giovanna Mezzogiorno
La nota attrice racconta Unfitting, il suo primo lavoro da regista e sceneggiatrice che mette a fuoco il fenomeno body shaming
Potrebbe esserci della biografia nel cortometraggio che segna l’esordio alla sceneggiatura e alla regia di Giovanna Mezzogiorno, ma non è questo il punto. è che c’è un problema strutturale, figlio della modernità, difficile da ostacolare e anche da affrontare pubblicamente. Il fenomeno è noto come body shaming che miete vittime spesso e soprattutto tra le donne. Si può combattere? Sì, come tutte le azioni negative finalizzate a discriminare qualcuno, ma solo infrangendo l’omertà.
Nato da un’idea della direttrice del settimanale Grazia, Silvia Grilli Unfitting è la storia di un’attrice rifiutata perché il suo aspetto fisico non è conforme ai canoni estetici. Ed ecco, un cortometraggio che affronta senza troppi giri di parole il tema dei pregiudizi sul corpo e sull’età delle donne nel cinema, prodotta da Manuela Cacciamani - One More Pictures e fortemente voluta da Grazia. Main sponsor Bulgari, che da sempresostiene l’inclusione e l’empowerment femminile.
“La faticosa e complessa strada che incontrano quotidianamente molte donne nel proprio ambito personale, professionale e psicologico è un dato inconfutabile del nostro tempo; donne nate e cresciute in una ‘dittatura estetica’, sottoposte a un continuo giudizio critico e spietato, che ne mina le certezze e l’autostima” spiega Giovanna Mezzogiorno rigorosa, composta e premiatissima attrice, amata nel mondo del cinema e del teatro italiano e internazionale, figlia dei grandi attori Vittorio Mezzogiorno e Cecilia Sacchi, nata a Roma e cresciuta tra Parigi e Milano. “Unfitting parla di tutto questo in maniera ironica e non autocommiserativa, ma senza fare sconti o celare verità scomode. Ho cercato, in pochi minuti, di rendere l’idea di quanto sia difficile, ma al contempo importantissimo, lottare contro questo sistema di controllo e a questi criteri di scelta” prosegue Giovanna, che diversi anni fa ha deciso su due piedi di interrompere una folgorante carriera per crescere i suoi due gemelli, oggi dodicenni; scelta ripagata dalla scoperta di una grande forza interiore esplosa in pellicole successive al suo rientro sul set come Napoli velata di Ferzan Özpetek (2017) che ha segnato il suo rientro in grande stile nel mondo del cinema.
Nel segno di questo straordinario percorso umano e artistico, si può collocare anche il suo nuovo cortometraggio, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Protagonista di Unfitting è Giovanna (interpretata dall’attrice Carolina Crescentini) che subisce un susseguirsi di ordinaria crudeltà da parte della regista (di cui Ambra Angiolini veste abilmente i panni), del produttore che ha il volto di Fabio Volo e dell’addetto stampa (Marco Bonini), mentre una sola voce si erge in sua difesa: quella di un giovane attore, interpretato da Massimiliano Caiazzo uno dei più amati volti emergenti del cinema italiano. Veste invece i panni dell’agente di Giovanna Moira Mazzantini (una delle agenti di spettacolo più importanti d’Italia, peraltro sorella di Margaret, nota scrittrice e moglie di Sergio Castellitto, ndr.) che interpreta se stessa.
Verrebbe da ricordare che il rapporto che lega la modellizzazione dei corpi femminili e la rappresentazione sociale è vecchio come il tempo: dai corsetti che stringevano la vita alla richiesta di eterna giovinezza, è la corporeità che ha sollecitato regole e attese, aspettative e richieste al soggetto femminile. “In questo senso – conclude Giovanna Mezzogiorno - sono fondamentali le basi culturali ed educative di ognuno, per questo ho suggerito l’importanza dei ricordi e delle suggestioni profonde e intime, strumenti per affrontare la ferocia e l’aggressività del mondo esterno”.