Advertising

Connect with Roma the Eternal City

Sign up our newsletter

Get more inspiration, tips and exclusive itineraries in Rome

+
Klimt

text Francesca Lombardi

16 Dicembre 2021

Klimt e l'Italia

Una mostra a Palazzo Braschi celebra il legame del pittore austriaco con il nostro paese

Il Museo di Roma a Palazzo Braschi presenta fino al prossimo 27 marzo una mostra che rende omaggio al legame che Gustav Klimt strinse con l’Italia, e con Roma in particolare, durante la sua vita.

Klimt, mostra al Palazzo Braschi

Testimonianze di questa passione che legò l’artista al nostro Paese sono il padiglione austriaco progettato da Josef Hoffmann, una delle attrazioni della grande Esposizione internazionale tenutasi a Roma nel 1911, e due partecipazioni del pittore alla Biennale d’arte di Venezia del 1899 e del 1910. Con Klimt. La Secessione e l’Italia, l’artista austriaco torna in Italia a Roma dopo 110 anni dall’Esposizione del 1911 ricordata sopra. La mostra ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, ne sottolinea il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e per la prima volta indaga sul suo rapporto con l’Italia.  Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Museo Belvedere di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana, e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz.

La mostra propone al pubblico opere iconiche di Klimt come la famosissima Giuditta I (1901), Signora in bianco (1917-18), Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18).  Sono stati anche concessi prestiti del tutto eccezionali, come La sposa (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation, e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019. A Palazzo Braschi le opere di Klimt sono messe a confronto con quelle di artisti italiani come Galileo Chini, Giovanni Prini, Enrico Lionne, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ercole Drei, Vittorio Zecchin e Felice Casorati che – recependo la portata innovativa del linguaggio klimtiano – daranno vita con diverse sensibilità e declinazioni alle esposizioni di Ca’ Pesaro e della Secessione romana. Seguendo l’ordine cronologico della vita del pittore la mostra presenta 14 sessioni; un capitolo fondamentale è il terzo, dedicato alla Secessione Viennese. Si tratta di uno spin-off della Cooperativa di artisti visivi Vienna - Künstlerhaus, l’organizzazione che all’epoca godeva di un monopolio nell’attività espositiva viennese. Insieme a oltre venti compagni, Gustav Klimt fonda l’Associazione degli artisti austriaci - Secessione il 3 aprile 1897 all’interno del Künstlerhaus. Il 24 maggio 1897 i Secessionisti decidono di lasciare il Künstlerhaus.

Klimt, una delle sale della mostra

Riconosciuto universalmente per la maestria nel dipingere le figure femminili, la mostra offre un focus su Ritratto di signora.
Databile tra il 1916 e il 1917, il Ritratto di signora appartiene all’ultima fase di attività dell’artista. E’ una studentessa di un liceo piacentino - Claudia Maga - avere intuito nel 1996 la particolarissima genesi dell’opera poi confermata anche dalle analisi cui la tela è stata sottoposta.  Il 22 febbraio 1997, la tela di Klimt viene rubata dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza con modalità che le indagini non riusciranno mai a chiarire. Per la ricomparsa del dipinto occorrerà aspettare quasi ventitré anni e, se possibile, il ritrovamento sarà ancora più enigmatico del furto. Il 10 dicembre 2019 sono in corso alcuni lavori di giardinaggio lungo il muro esterno del museo piacentino.

Klimt, Giuditta

Qui, in un piccolo vano chiuso da uno sportello privo di serratura, viene rinvenuto un sacchetto di plastica dentro il quale c’è una tela: è il Ritratto di signora di Klimt. 

Potrebbe interessarti

Inspiration

Connect with Roma the Eternal City