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Amadeus

text Antonia Ruggiero
photo portrait Assunta Servello

1 Febbraio 2022

Il Sanremo pop di Amadeus

Il presentatore e direttore artistico della 73° edizione della canzone italiana ci racconta il suo Festival

Roma, dove sei? Eri con me, oggi prigione tu, prigioniera io. Roma, antica città, ora vecchia realtà, non ti accorgi di me e non sai che pena mi fai.

È il bellissimo affresco di Roma che facevano i Matia Bazar, durante il Festival di Sanremo del ‘83, con il brano Vacanze Romane. Un testo ispirato alla fine della dolce vita, con una visione sul futuro, ancora oggi attualissimo. Dopotutto, gli autori e gli interpreti di una canzone non sono che moderni poeti del nostro tempo. Da Adriano Celentano a Vasco Rossi, da Renato Zero a Zucchero, da Rino Gaetano a Elio e le Storie tese, da Mia Martini a Mahmood, sono solo alcuni dei più innovativi artisti della storia del Festival della canzone italiana. Quest’anno, Amadeus sale sul palco dell'Ariston per il terzo anno consecutivo e cerca di rende nuovamente omaggio alla grande musica italiana. Il Festival è la grande festa di famiglia che riunisce tutti gli italiani, dove ci si racconta come siamo e come saremo. 

I suoi ricordi d’infanzia legati al Festival?

Il mio ricordo è legato alla famiglia, ai genitori, ai nonni. Si stava tutti a casa a guardare la televisione, non si prendevano impegni e si diceva “oh, stasera c’è il festival!” Questo accade ancora oggi. Da oltre 70 anni tutti si riuniscono per guardarlo, tutti ne parlano, tutti si occupano di canzoni, di curiosità, di gossip. E’ per questo che io dico sempre che il festival è di tutti.

Da Radio Verona e Radio Deejay fino a Sanremo, un vero traguardo per un conduttore televisivo: quando ha capito di voler fare questo mestiere?

Subito. Da ragazzino, a 13 14 anni, il mio sogno era di fare il presentatore. Anche quando vedevo i quiz di Mike Bongiorno, Rischiatutto o Canzonissima presentata da Corrado e la Carrà. All’epoca, stiamo parlando degli anni ’70, era quasi un sogno impossibile, però era l’unica cosa che davvero volessi fare, non avevo un piano B o facevo il presentatore o facevo il presentatore. E’ stato un rischio, non era scontato per un ragazzo che arrivava dalla provincia, senza conoscenze, senza un genitore importante. Ma io penso che nella vita se uno ha un sogno e vuole realizzarlo le cose si possono fare, basta insistere, provare, essere curiosi e sacrificarsi. Magari se si sogna 100 non si realizza 100 ma forse 50. Ecco, nel mio caso, ho sognato 100 e, facendo Sanremo, posso dire di aver realizzato 100. 

Amedeo Sebastiani

Come conduttore, come potrebbe definire il suo Festival?

Credo che il Festival debba avere la sua dose di tradizione perché ci sono alcune liturgie che ci devono essere, ma poi credo che ogni conduttore porti il suo personale modo di raccontare. I Festival di Pippo Baudo sono stati diversi da quelli di Fazio o di Bonolis o di Claudio Baglioni. Io porto il mio modo di condurre amichevole, ironico e autoironico. Amo destrutturare le cose, quindi va bene che ci siano delle liturgie ma, allo stesso tempo, mi piace che nulla sia scontato. Dico sempre che deve essere un Festival imprevedibile, non amo molto la ripetitività delle cose. 

La radio e la musica sono impresse nel suo DNA di artista: qual è la sua canzone del cuore del Festival? 

Non ce n’è proprio una in particolare ma tante che mi piacciono e tante che ricordo con affetto. D’altronde il bello di Sanremo è che ci sono canzoni che ci hanno accompagnato e sono legate alla nostra storia, alla nostra vita, al nostro percorso.

Come direttore artistico, qual è la linea seguita nella selezione delle canzoni?

Parto dalle emozioni. I pezzi che sono arrivati sono tantissimi e la scelta è stata difficilissima. Purtroppo, tante non sono state incluse e questo è un dispiacere. Sono canzoni che cercano l’emozione ma pensando ad un possibile percorso discografico devono essere canzoni che abbiano un seguìto nelle radio. Io voglio un Sanremo pop, che sia per tutti, popolare, quindi preferisco fare una scelta discografica piuttosto che personale.

Festival di Sanremo

L’accoglienza della città di Sanremo.

Sanremo è in festa. Il Festival ormai è uscito dall’Ariston. Il tempio c'è ma c'è anche un tempio esterno con cose molto belle che accadranno per l’intera città di Sanremo.

A proposito di Vacanze romane quali sono i luoghi amati della città di Roma?

Roma, che frequento molto per ragioni di lavoro, soprattutto l’area Rai, è un museo a cielo aperto come pochissime città al mondo. Purtroppo, è vero che negli anni è stata un pò abbandonata, lo dico con dispiacere perché è un patrimonio da preservare e, lo dico da non romano, perché è una delle città più belle al mondo.

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