Estate Romana
Dalle spiagge di Ostia a quelle di Los Angeles: il beachwear di Laura Urbinati, la stilista romana col mare dentro
E' arrivata l’estate. Anzi è esplosa.
In effetti quando nacque il due pezzi, nel 1946, fu paragonato alla bomba atomica e fu chiamato bikini proprio dall’atollo di Bikini nell’Oceano Pacifico su cui, pochi giorni prima, era stata testata la bomba atomica.
Dall’esplosione del bikini ad oggi c’è stata, certamente, un’evoluzione del costume che, se non è più quel capo scandaloso di 70 anni fa, resta sempre uno strumento seduttivo.
Laura Urbinati realizza costumi da bagno caratterizzati da uno stile sobrio, sofisticato, minimal chic, fatto di rigore stilistico e semplicità.
“Essere sexy è un’attitudine, non dipende da una misura in più del reggiseno o da una super sgambatura. Il nero definisce il corpo ma per slanciare è molto meglio un costume bianco”.
Come il modello Tilda dal nome dell’attrice Tilda Swinton protagonista del film A bigger spalsh di Luca Guadagnino, remake del celebre film La piscine.
“Luca è un amico, ho disegnato per il film anche i costumi indossati da Dakota Johnson. Amo collaborare con artisti ed amici, come Daniel Minaha e Candela Pelizza, divenuta una delle più seguite fashion blogger”.
Costumi da bagno rigorosamente made in Italy, realizzati in un laboratorio vicino Mantova e le stampe a Como. Ma non si tratta solo di moda, c’è dell’altro: un particolare senso estetico di rispetto del corpo femminile, delle sue forme e della naturalezza, a dispetto di un’apparenza costruita.
“I miei costumi sono senza moda. Uno stile di nicchia che non segue le mode, senza tempo e fuori dalle tendenze. La sola parola mi fa venire i brividi!”
L’ispirazione dal mondo dell’arte e del design si riflette nella sperimentazione del colore e nella continua ricerca delle stampe. L’influenza viene anche dal padre, il costruttore e collezionista d’arte moderna Giulio Urbinati.
“Mio padre mi ha trasmesso la sua grande passione per l’arte, si occupava di artisti surrealisti, arte concettuale e minimalista. Un uomo incredibilmente eclettico e appassionato”.
La sua boutique romana è in via dell’Oca, stradina discreta e cosmopolita che tra gli anni ‘60 e ‘80 fu la via degli artisti, degli scrittori, dei poeti e delle Gallerie d’Arte.
“Una strada del mio cuore con un fascino d’altri tempi che a Roma si fa fatica a ritrovare. Via dell’Oca è rimasta integra con una dimensione intima. Per la sua posizione strategica, dietro piazza del Popolo, è sempre stata la meta preferita del mondo dell’arte”.
La sua storia professionale è legata, come un granello di sabbia, all’estate e alla spiaggia.
è proprio nello storico stabilimento Gambrinus di Ostia, di proprietà della sua famiglia e frequentato dal jet set internazionale che, appena diciottenne, Laura Urbinati ebbe l’idea di realizzare i suoi primi modelli.
“Vivevo praticamente al mare e un pò per gioco ho iniziato a ideare costumi da bagno. Al Gambrinus veniva tutta Roma: da Audrey Hepburn a Walter Chiari, da Giorgio De Chirico a Patty Pravo fino a Gianni Agnelli che arrivava col suo elicottero. Le più belle della spiaggia ispirarono le mie primissime creazioni da Pilar Crespi a Stella Pende”.
Tutto cominciò con un’estate romana.
Convinta da Roberto D’Agostino e Dario Salvatori, Laura Urbinati inaugurò l’Estate romana di Renato Nicolini. “Per modelle avevo 4 amiche; inaugurammo la prima serata. Un vero colpo di fortuna!”.
Da Ostia arriva poi a Los Angeles dove vende i suoi costumi a star come Nicole Kidman e Diane Keaton, Sofia Coppola e Angelica Huston. Non c’è un’idea di donna. Ma tutte. Tutte quelle reali, autentiche che non giocano ad essere ciò che non sono. “Donne che amano piccole cose. Seguire i propri sogni, la propria identità”.