Advertising

Connect with Roma the Eternal City

Sign up our newsletter

Get more inspiration, tips and exclusive itineraries in Rome

+
Pasolini durante le riprese di 'Appunti per un'Orestiade africana' (1970)

text Virginia Mammoli
photo courtesy Cineteca di Bologna

6 Aprile 2022

100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini

Roberto Chiesi, responsabile dell’Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, racconta uno dei più grandi intellettuali di tutti i tempi

“Stupenda e misera città”. È così che Pier Paolo Pasolini descriveva Roma, la città dove ha trascorso anni cruciali della sua vita e che ha ritratto senza chiudere gli occhi davanti a niente, anzi, puntandoli proprio là, dove nessuno aveva ancora mai guardato. A 100 anni dalla nascita di uno dei più grandi intellettuali di sempre, ci siamo fatti raccontare la sua Roma, tra vita e film, da Roberto Chiesi, responsabile dell’Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, una delle più importanti d’Europa, e curatore - insieme a Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca e nuovo presidente della Festa del Cinema di Roma, e Marco Antonio Bazzocchi, professore all’Università di Bologna - della mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative, promossa dalla Cineteca e allestita nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo a Bologna, la città dove Pasolini è nato, fino al 16 ottobre 2022.

Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca e nuovo presidente della Festa del Cinema di Roma (ph. Margherita Caprilli)Roberto Chiesi, responsabile dell'Archivio Pasolini (ph. Margherita Caprilli)

Ci racconti della mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative.

Lo scopo della mostra è quello di illustrare una componente fondamentale dell’immaginario cinematografico, ma anche letterario e poetico, di Pasolini, ovvero la dimensione figurativa e il suo amore per la pittura (ad esclusione di quella astratta), nato con i corsi di Roberto Longhi all’Università di Bologna, in particolare con un corso su Masaccio, un artista che rappresentava il popolo in modo non idealizzato, corrispettivo pittorico di quel mondo emarginato che lui amava tanto, il mondo contadino friulano di sua madre. Lo strumento stesso usato da Longhi durante le lezioni lo segnò: diapositive proiettate in bianco e nero che lui identificava con il cinema. Da qui, un cinema dove i movimenti di macchina sono minimi e le figure appaiono frontalmente, come accade con i soggetti sacri di Masaccio, e sono caratterizzate da una corporalità spesso difettosa, mai idealizzata ma allo stesso tempo sacrale, e che, nonostante ciò, non manca di allusioni erotiche.

Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurativePier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative

Com’è cambiato il cinema con Pier Paolo Pasolini?

La cosa interessante, e che in pochi sanno, è che un filone cinematografico pasoliniano nasce ancor prima che Pasolini diventi regista. La grande novità è rappresentata dal tipo di ambiente che Pasolini descrive e che non era mai stato descritto prima, neanche dal Realismo, cioè il mondo degli emarginati che vivevano nelle borgate. Un fenomeno che entra nel cinema con la collaborazione di Pasolini alla sceneggiatura di La notte brava,di Mauro Bolognini, film del 1959. I protagonisti qui, però, sono due attori francesi, mentre quando Pasolini esordisce alla regia vuole che i protagonisti siano dei veri giovani di borgata. Veri corpi, veri volti fanno così irruzione nel cinema, trasformando emarginati come Franco Citti (presente in vari film di Pasolini fin dal suo esordio con Accattone), in attori famosi. Senza dimenticare che Pasolini reinventò anche il mito classico, ad esempio in Edipo re, arrivando ad avere un impatto anche a livello internazionale.

Accattone (1961)

Come descriverebbe lo sguardo di Pasolini su Roma?

Sicuramente lo sguardo di un provinciale che rimane affascinato dall’immensa bellezza della città. Veniva dalla provincia friulana ed emiliana e trasferirsi a Roma, nel 1950, fu un’esperienza rigenerante. Subito però, come aveva sempre fatto, privilegia i margini, il mondo miserabile, popolare, reietto. Così, dal mondo contadino, passa a quello delle borgate, per poi dedicarsi a quello del terzo mondo, cioè l’Africa e l’India.

Un viaggio nei luoghi di Pasolini a Roma e nei dintorni laziali. Dove ci accompagna?

Partirei dai quartieri popolari di Rebibbia e Monteverde, dove visse prima di traferirsi in una zona apparentemente lontana dal suo mondo come l’EUR. Gli piaceva il quartiere di San Lorenzo e amava andare al ristorante Pommidoro. Passò poi un periodo di rifiuto nei confronti di Roma, pur restando legato al Lazio, tanto che negli ultimi anni andò a vivere a Sabaudia, fino a trovare la sua vera e ultima casa a Chia e poi morire, assassinato, sulla spiaggia di Ostia.

Mamma Roma (1962)

Pasolini attraverso il cinema ha fatto conoscere luoghi di Roma resistenti alla civiltà egemone, ci fa qualche esempio?

In Accattone si vedono il quartiere del Pigneto, la Casilina, la Portuense, l’Appia Antica, la borgata Gordiani, via della Marranella, il cimitero di Subiaco e il ponte degli Angeli, dove c’è la scena della scommessa. In Mamma Roma vediamo Cecafumo, Casal Bertone, Torre Spaccata, via Flaminia, l’ospedale di sant’Eugenio, l’Eur e Guidonia. Con La ricotta, Pasolini va al Pratone e all’acquedotto romano, mentre in Uccellacci e uccellini c’è tutto il percorso picaresco di Totò e Ninetto Davoli nelle periferie romane di Tiburtina, Acquasanta, Cecafumo. Dopo questo film, comincia a riprendere il sud e a Roma torna solo per girare scene di raccordo o che poi risultano ambientate altrove. Ritroviamo Roma solo nel romanzo Petrolio, la Roma degli anni ’70, raccontata come dei gironi danteschi, come per associarla a un luogo infernale.

Pasolini insieme a Totò, sul set di 'Uccellacci e uccellini' (1966)

L’archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna conserva molto altro oltre ai film, scritti, ma anche foto, registrazioni di programmi radiofonici, dibattiti… qual è secondo lei il documento più interessante tra tutti da riscoprire?

Si tratta di un archivio postumo, costruito da Laura Betti, attrice, amica e collaboratrice di Pasolini, che ha cercato in tutta Italia e nel mondo documenti riguardanti Pasolini. Un lavoro di ricerca eccezionale, durato 30 anni. I documenti più preziosi sono sicuramente i copioni originali dei film, donazione di Beatrice Banfi, per tanti anni segretaria di Pasolini, così come tutta la rassegna stampa, un archivio davvero completo che va dai saggi specializzati fino ai rotocalchi di basso livello.

Potrebbe interessarti

Inspiration

Connect with Roma the Eternal City